Devi tirare il 50% di palle in meno
Ciao Golfista Vincente,
Terminato con grande successo il lancio del mio primo video corso Golfista Vincente Essential, riprendo con rinnovato slancio ed entusiasmo i miei abituali articoli sul golf mental coaching per accompagnarti in questo straordinario mondo e offrirti sempre nuovi spunti e pratiche per migliorare il tuo gioco e il tuo score in gara.
Oggi voglio raccontarti cosa mi capita spesso quando mi reco nei golf club per le mie sessioni in presenza con i golfisti con cui collaboro.
Normalmente vedo buona parte delle postazioni sui tappetini occupate e di fianco a ciascuna c’è sempre un cesto di palle stracolmo o quasi. A seconda delle dimensioni del cesto, questo significa che al suo interno ci sono due o tre gettoni, quindi dalle 60 alle 90 palle.
Abitualmente durante le mie sessioni trascorro circa un’oretta – fino a un massimo di un’ora e un quarto – in campo pratica e poi vado in campo insieme al mio golfista vincente – questo ovviamente quando non c’è gara e non lo seguo come mental caddie.
Ciò che mi capita di osservare è che dopo circa cinquanta, sessanta minuti – quando termina la mia prima parte di sessione – i cesti dei golfisti, che avevo visto all’inizio, sono ancora pieni o mezzi pieni.
Inizialmente credevo che o stessero praticando a ritmi lenti o si trovassero lì più per fare due chiacchiere che per praticare.
Poi un giorno ho deciso di prestare maggiore attenzione a quello che accadeva. Non potevo credere ai miei occhi! Seppure ci fosse qualche golfista loquace e interessato più a conversare che ad allenarsi, la stragrande maggioranza, di qualsiasi età e livello, dopo circa trenta minuti aveva già terminato il suo cesto iniziale e andava a riempirlo nuovamente con altri 2 o 3 gettoni.
In sintesi, dopo circa un’ora di pratica, quel golfista aveva tirato non meno di 100 palle e in alcuni casi arrivava anche a 120 palle o più!
Incuriosito da questa scoperta ho deciso di osservare dei golfisti a caso, non sapevo chi fossero, non li conoscevo e ho dedicato qualche minuto a studiare la loro modalità di allenamento.
Si muovevano tutti velocemente nei loro gesti ed erano rapidissimo nell’esecuzione. In alcuni frangenti riuscivano a tirare anche tre palle al minuto consecutivamente. Erano delle vere e proprie macchinette spara palle!
Ho ripetuto questo esperimento altre volte sempre osservando la stessa dinamica di base.
A quel punto ho avuto un momento di smarrimento e anche di sconforto. Da un lato ero veramente dispiaciuto nell’essere testimone di una specie di suicidio sportivo, nel senso che quello non era certo il modo per migliorare e forse neanche per semplicemente divertirsi.
Dall’altro lato mi ha fatto rendere conto che c’è tanto bisogno di educazione mentale nel golf – perché questo è il tema nella fattispecie – e mi ha regalato grande motivazione nell’intraprendere e nel proseguire la mia missione di divulgazione dei principi del golf mental coaching in Italia.
Desidero che ti siano chiare le conseguenze di quella modalità di allenamento che ho appena descritto, che ahimè riflette la modalità di tanti, tanti golfisti.
Molto semplicemente la fretta o l’elevata velocità di esecuzione – non solo del gesto in sé ma anche della fase di preparazione al gesto – ha una ripercussione diretta e inevitabile sulla tua muscolatura ovvero genera delle micro-tensioni indesiderate che inevitabilmente impattano negativamente sul gesto stesso.
Il gesto del golf richiede talmente tanta precisione e accuratezza che è necessaria la massima fluidità e devono “lavorare” solo i muscoli strettamente necessari e nessun altro.
Già questo di per sé sarebbe sufficiente per farti evitare accuratamente quella modalità di pratica ma c’è ancora dell’altro.
L’elevata velocità di esecuzione e quella sorta di frenesia che ti ho descritto ha un impatto diretto sull’aspetto mentale, nel senso che genera delle vere e proprie interferenze mentali che limitano l’efficacia del colpo.
Quei ritmi di esecuzione così veloci attivano parti specifiche del tuo cervello che stimolano dei filtri della tua mente inconscia per nulla funzionali alla prestazione – su questo aspetto dei filtri ti rimando ai primi articoli del mio blog o direttamente al mio libro Golfista Vincente.
Infatti, un’altra cosa che ho notato, osservando i golfisti che ti ho descritto sopra, è che praticamente tutti si davano istruzioni verbali su come muovere il loro corpo, suddivise in tanti micro-comandi sequenziali.
Era come se si ripetessero le indicazioni che avevano ricevuto dal loro Maestro e le riproducessero una dietro fila all’altra durante l’esecuzione.
Questa modalità di funzionamento che io chiamo “modalità pensiero” non è per nulla funzionale per accedere a quello stato di scioltezza e fluidità che invece deve caratterizzare ogni tuo colpo di golf.
A questo proposito la modalità di funzionamento ottimale è quella “percettiva”, ovvero quello che porta l’attenzione cosciente su parti specifiche del corpo offrendo così alla tua mente inconscia le migliori informazioni per eseguire il colpo.
Questo è il motivo per cui ho individuato la Percezione Corporea come una delle principali capacità mentali del golfista vincente e te la presento sia nel mio libro Golfista Vincente che, in modo più approfondito, nel mio video corso Golfista Vincente Essential.
Non è finita: la modalità di esecuzione rapida e frettolosa che ho osservato ha impatto negativo anche sul funzionamento del tuo cuore e quindi sulla tua capacità di entrare in Coerenza Cardiacache, come ti spiego nel video corso Golfista Vincente Essential, è una delle capacità mentali che devi sviluppare se vuoi imparare a padroneggiare la tua mente in gara.
Sappi che per trovarti in uno stato d’animo, che ti permetta di eseguire un buon colpo, il tuo cuore deve funzionare in un certo modo e solo in quello. “Fare le cose velocemente” ti allontana da questa modalità di funzionamento e più fai le cose velocemente più alleni il tuo cuore a funzionare in quel modo.
E c’è ancora un altro aspetto essenziale in ottica gara che rende la modalità di pratica vista sopra assolutamente da evitare.
In gara non tiri colpi a raffica uno dietro fila all’altro, li tiri distanziati di svariati minuti uno dall’altro e soprattutto li tiri con la routine pre colpo, che ti svelo qui a cosa serve.
La routine pre colpo è il mezzo attraverso il quale entri in quello che io chiamo stato di attivazione ottimale, che è uno stato dell’essere, e ti consente di avere le maggiori probabilità di eseguire il tuo miglior colpo in quel momento in relazione al tuo livello e hcp di gioco.
La routine pre colpo va allenata con costanza e disciplina, non si improvvisa in gara.
Quale miglior occasione per allenare colpo e routine pre colpo in campo pratica in ottica gara?
Acquisire una diversa modalità di allenamento e nello specifico tirare palle con ritmi differenti che ti permettano di accedere allo stato di attivazione ottimale in maniera regolare e con una modalità molto più simile alla modalità di gara è ciò che ti suggerisco caldamente ed è una caratteristica che contraddistingue il mio Metodo di golf mental coaching.
Quindi se non hai la possibilità di raddoppiare il tempo che dedichi alla pratica devi tirare il 50% di palle in meno in campo pratica! – proprio come ti ho scritto nel titolo dell’articolo.
Così facendo non solo ritroverai consistenza nei tuoi colpi, ma svilupperai un rinnovato benesseree un solido equilibrio che ti permetterà di godere pienamente dei momenti in campo pratica e porrai le basi per migliori prestazioni in gara.
Se ancora non l’hai fatto acquista il mio libro Golfista Vincente cliccando qui e condividi questo articolo con chi, tra i golfisti tuoi amici, potrebbe trarne vantaggio.
Swing your mind!
Andrea Falleri
Il tuo Golf Mental Coach
sono d’accordo moltissimo con le tue indicazioni sul riscaldamento pre-gara… Grazie