l’aspettativa nel golf

Ciao Golfista Vincente,

Si è concluso il 4 luglio scorso il Dubai Duty Free Irish Open, gara dell’European Tour disputatasi a Thomastown nella contea del Kilkenny in Irlanda.

Tra i nostri portacolori c’era, fra gli altri, Francesco La Porta che ha chiuso al quarto posto pari merito con -14.

Vorrei portare la tua attenzione su cosa è accaduto a Francesco alla buca 18 del quarto giro quindi proprio in dirittura di arrivo. Francesco si trovava a -16 sul tee della 18 in seconda posizione con Veerman e Forrest.

Herbert era a -19 e quindi praticamente irraggiungibile a meno che non avesse combinato pasticci grossi all’ultima buca.

C’è però un’altra tessera del puzzle che devi conoscere per capire quali erano le condizioni al contorno che hanno giocato un ruolo determinante nella testa e nel cuore di Francesco alla 18.

I primi tre classificati avrebbero ottenuto il pass per partecipare all’Open Championship ultimo Major dell’anno, insomma un’opportunità davvero importante.

Francesco all’ultima buca ha marcato un doppio bogey finendo quarto e facendo così sfumare l’occasione di partecipare al The Open.

Prima di procedere nell’articolo voglio affermare a chiare lettere che Francesco ha fatto una prestazione straordinaria, è un giocatore di valore assoluto e non è certo quel doppio bogey che può cambiare questo dato di fatto.

Tra l’altro, durante l’Irish Open, è sceso abbondantemente sotto par in tutti e 4 i giri della gara, nell’ultimo giro è stato capace di fare 6 birdie dietro fila e ha imbucato due approcci da bordo green di altissimo spessore.

L’ASPETTATIVA CREA INTERFERENZE MENTALI

Ciò che desidero evidenziare è come una situazione ricca di aspettativa, come quella descritta sopra, crei interferenze mentali e abbia un impatto così forte anche su un giocatore esperto come Francesco che negli ultimi anni sta ottenendo risultati straordinari.

È importante che tu capisca cosa accade nella tua testa di golfista quado la posta in palio sale e cosa puoi fare per gestire queste situazioni al fine di avere la maggiore probabilità possibile di esprimere il tuo miglior golf sotto pressione.

La mia lettura dell’evento dall’esterno è che è successo qualcosa nella testa e nel corpo di Francesco alla buca 18, che non gli ha permesso di performare come aveva fatto fino a quel momento.

Voglio portare la tua attenzione proprio sul pensiero di conquistare o perdere la possibilità di partecipare all’Open Championship o più in generale su quei pensieri che attanagliano la tua mente quando vedi la meta lì a un passo.

L’aspetto fondamentale che caratterizza queste situazioni e che voglio tu metta a fuoco è che quasi sempre questi pensieri-interferenza giungono a te al di là della tua volontà del momento.

Sono certo che Francesco non ha cercato volontariamente quel pensiero, ma piuttosto quel pensiero è sopraggiunto a lui in quel momento.

Questo è un primo passaggio cruciale che ci insegna che esiste dentro ciascuno di noi una parte che, quando la tensione aumenta, naturalmente ci rema contro al di là dei nostri piani del momento.

Primo aspetto è esserne consapevoli e riconoscere questo meccanismo di funzionamento che riguarda tutti i golfisti, nessuno escluso.

Questo riconoscimento ci permette di prenderne le distanze e come, conseguenza di ciò, di entrare in uno stato d’animo di presenza e distacco che è il punto di partenza per scegliere intenzionalmente lo stato dell’essere che desideriamo sperimentare in quel frangente.

LA QUALITA’ DEL COLPO E LO STATO DELL’ESSERE

Non mi stancherò mai di ripeterlo: la qualità di un colpo e quindi il tipo di risultato che ottieni nel golf in gara dipende si dalla tua capacità tecnica e di lettura tattica del momento, ma in più larga misura è influenzata dallo stato dell’essere in cui ti trovi al momento di colpire la palla.

Ormai l’ho visto accadere centinaia e centinaia di volte: situazioni in cui golfiti professionisti o dilettanti forti di alto livello tecnico, facevano la giusta scelta tattica rispetto al tipo di colpo e bastone, ma poi l’esecuzione risultava povera – a volte tragica – proprio perché non si trovavano nello stato dell’essere a loro utile in quel momento.

Scegliere ed accedere in modo consapevole ed intenzionale allo stato di attivazione ottimale in gara è ciò che insegno, da ormai dodici anni, ai golfisti che collaborano con me e che mi distingue da maestri di golf, psicologi dello sport o altri mental coach.

Voglio essere molto chiaro su questo punto: scegliere e accedere a uno stato dell’essere non è un evento casuale che accade durante una gara, bensì è la conseguenza di tanto impegno e dedizione che iniziano fuori dal campo di golf e continuano su quest’ultimo.

Non esistono scorciatoie, non esistono trucchi o drills miracolosi che sbloccano improvvisamente il potenziale di un golfista. Esiste un Metodo – Golfista Vincente -, con solide basi scientifiche e sperimentali, unite a tanta pratica, costanza e disciplina.

IL PROCESSO PER ACCEDERE ALLO STATO DI ATTIVAZIONE OTTIMALE

Ti starai chiedendo: “Ma come faccio in quei momenti di pressione a scegliere e accedere allo stato dell’essere “giusto”?

Non è mia intenzione darti una risposta esaustiva qui adesso – la risposta è il mio Metodo nella sua interezza – tuttavia desidero offrirti alcune indicazioni che possono indirizzare la tua attenzione in quei momenti ed aiutarti a trovare il tuo stato di attivazione ottimale.

Per prima cosa devi ricordare che finché sei vittima della tua mente inconscia niente di diverso può capitare in te e attorno a te. Pertanto, riconosci cosa stai pensando e sentendo. Per farlo fatti una semplice domanda: “In quale stato d’animo mi trovo adesso?” o ancora “Che cosa sto provando dentro di me adesso?”

Risponditi in modo trasparente, gentile e comprensivo. La risposta che ti arriva potrebbe non essere piacevole in prima battuta, ma non importa, sei all’inizio di un percorso e sai che seguendo il percorso otterrai ciò che desideri.

Come secondo passo devi prenderti cura del tuo corpo, calmarlo e fare in modo che anche lui, insieme alla tua mente, ti segua verso lo stato dell’essere che vuoi sperimentare.

Per fare questo l’azione più potente che puoi mettere in atto è agire sul tuo respiro modificando intenzionalmente il ritmo di respirazione e nello specifico rallentando l’inspirazione e l’espirazione.

Questo semplice gesto ha degli effetti immediati sulla modalità di funzionamento del tuo cuore che in una specie di effetto a cascata determinerà l’invio di segnali neurologici di calma al tuo cervello che si troverà così in una condizione migliore per gestire la situazione.

Devi sapere che quanto ti sto condividendo ha alle spalle svariati decenni di studi e ricerche di carattere scientifico, rappresenta la migliore e più rapida soluzione per accedere a un diverso stato dell’essere.

Lo step successivo è quello di scegliere lo stato dell’essere che vuoi sperimentare in quel momento. Questo aspetto richiede allenamento e pratica. Ciò che puoi fare è indirizzare la tua attenzione cosciente e domandarti “Chi scelgo di essere adesso?”

La qualità della risposta che saprai darti aprirà le porte per lo step successivo che è quello di accedere a questo stato d’animo. Un modo molto semplice ed efficace che descrivo nel mio libro Golfista Vincente è usare il linguaggio della mente inconscia ovvero le metafore.

Scegli un’immagine, un personaggio, un animale, un contesto naturale e riproponilo gentilmente e ripetutamente alla tua attenzione.

Più lo farai e più facilmente e in modo fluido accederai a quello stato dell’essere.

A questo punto proverai sensazioni molto piacevoli a livello generale, sarai avvolto dalla fiducia e dalla sicurezza di esprimere un buon colpo.

Esiste un ultimo passaggio fondamentale che ti eviterà di rovinare tutto. A volte accade che in questa situazione alcuni golfisti cercano di controllare il colpo, di regolamentarlo, di indirizzarlo razionalmente, spiegandoselo e dandosi istruzioni.

Tutto questo va evitato come la peste. Semplicemente devi lasciar accadere il colpo, devi fidarti completamente della tua parte inconscia e istintiva che si farà carico di gestire tutti i muscoli interessati nello swing o nel putt.

Diventi puro osservatore di un evento pressoché miracoloso se considerato dalla tua parte razionale e analitica.

E la cosa bella sai qual è? Non appena ti fiderai proverai una sensazione di enorme benessere e appagamento che potrai rivivere in occasione di tutti i colpi successivi.

Siamo arrivati alla fine.

Mi auguro di averi aperto nuove prospettive su cosa significhi giocare a golf, swingare in modo autentico e vedere il Campo come dice Bagger Vance nel film La leggenda di Bagger Vance.

Se vuoi saperne di più sul mio Metodo Golfista Vincente e su come accedere allo stato di attivazione ottimale scoprilo nel mio libro a questo link.

Swing your mind

Il tuo golf mental coach

Andrea Falleri

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