La Golden Bell ha suonato ancora

Immagina un par 3 di circa 140 metri. Immagina di osservarlo dall’alto di un drone e di vedere un green lungo e stretto dislocato trasversalmente alla linea di tiro e circondato da tre bunker – uno anteriormente e due piccoli affiancati posteriormente.

Immagina un corso d’acqua lungo e stretto che lo attraversa longitudinalmente a bordo green con pareti molto pendenti. Ciò che catturerebbe la tua attenzione da quella posizione privilegiata sarebbero delle suggestive chiazze di colore giallo e fucsia intenso che si stagliano dietro al green e che rappresentano dei fiori di Forsizia e di Azalea.

Un vero Paradiso che si trova in corrispondenza della Golden Bell, la buca n° 12 dell’Augusta National Golf Club, dove lo scorso 15 novembre si è conclusa l’edizione 2020 del Masters Tournament. A conquistare il titolo è stato Dustin Johnson, che ha marcato lo score più basso della storia del torneo.

Complimenti Dustin!

Vorrei ora portare la tua attenzione su quanto accaduto alla buca 12 del 4° giro che ha davvero qualcosa di straordinario. Il protagonista in questione è Tiger Woods.

Ti ricordo che questa buca, apparentemente semplice vista la lunghezza, è davvero tosta e insidiosa in quanto l’area utile di atterraggio della palla è veramente ristretta. Guarda attentamente lo score di Tiger nella foto sotto.

Gestione mentale nel golf

Essere ricordati per come aver superato un +10 e non per un +10

INCAPPARE IN UNA “BUCA NO” E SAPERNE USCIRE

Al par 3 della 12 Tiger ha marcato un +10! Ha mandato tre volte consecutive la palla in acqua dal tee e con la quarta ha impiegato 4 colpi prima di imbucare. Questa è sicuramente uno notizia, ancora più memorabile è ciò che è accaduto subito dopo.

Nelle sei buche successive, a chiudere il giro, Tiger ha messo a segno 5 birdie! Stellare! Non conosco la storia delle statistiche al riguardo, ma a memoria credo non sia mai accaduto e per giunta credo sia il recupero più significativo della storia del golf.

In questa vicenda ci sono almeno due aspetti che meritano di essere ricordati: il primo riguarda l’imprevedibilità del golf e la possibilità di incappare in una “buca no”, che comporta uno score pesante perfino in doppia cifra.

Questo devi sempre tenerlo a mente: se è capito a Tiger Woods può tranquillamente capitare anche a te. Non c’è nulla di avvilente o sminuente. Fai semplicemente il possibile per chiudere la buca limitando i danni ed evita di colpevolizzarti.

Il secondo aspetto, sicuramente più interessante e motivante, riguarda quando accaduto dopo, ovvero la capacità di Tiger di rimanere presente a sé stesso, di accettare l’accaduto e mettere subito in campo la sua migliore versione di sempre.

Credo di non esagerare nel dire che Tiger ha vinto il suo personalissimo Master, nel senso che ha trionfato in una insidiosissima gara con una parte di sé che la maggior dei golfisti avrebbe miseramente perduto.

SCEGLI COSA DESIDERI SPERIMENTARE

Ciò che in estrema sintesi è riuscito a esprimere Tiger è la capacità di scegliere cosa sperimentare dentro di lui a dispetto degli eventi appena accaduti. Non ha permesso a una misera prestazione alla buca 12 di propagarsi nelle buche suggestive, dando prova di coraggio, carattere e grande capacità di gestire la sua mente sotto pressione.

Le domande che ciascun golfista, come te, si sta ponendo in questo momento sono: Come ha fatto Tiger? Come si può farlo? e soprattutto Come posso farlo io?

Sono nel mondo dello sport da svariate decadi e ho sempre cercato risposte alle domande sopra. Quando gareggiavo in gioventù mi sarebbe bastata una risposta guida, anche se non esaustiva alle domande sopra, una risposta che mi avesse dato dei suggerimenti e delle indicazioni su come gestire la mia mente sotto pressione. Non l’ho mai trovata.

E credo che neanche tu una risposta soddisfacente l’abbia mai trovata. Voglio che tu sappia che ti capisco, perché ci sono passato anch’io in questa situazione. Ciò che il mondo del golf ti offre oggigiorno sono risposte parziali, incomplete, a volte fuorvianti e perfino eccessivamente onerose.

In una situazione del genere il golfista medio fa affidamento al suo Maestro che gli propone l’analisi del movimento, alcune istruzioni e una dose massiccia di allenamento e pratiche specifiche. Non sono certo qui a dire che non serva a nulla, tuttavia per questa tipologia di situazione serve a poco…

QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELLA SOLUZIONE MAINSTREAM?

Tutto questo con quali conseguenze, te lo sei mai chiesto? A volte per i più resilienti solo un po’ di rabbia e via. Altre volte l’arrabbiatura persiste e viene portata anche fuori dal circolo di golf con situazioni davvero poco piacevoli in famiglia o al lavoro.

Altre volte ancora si può arrivare alla frustrazione vera e propria che può avere come conseguenza estrema l’appendere i ferri al chiodo per un periodo di tempo.

In aggiunta – aspetto non trascurabile – quanto ti è costato in termini economici e di tempo tutto ciò? Decine e decine di lezioni, a volte attrezzatura addizionale, clinic, sessioni di Trackman, chiacchierate infinite alla ricerca di un esperto che non salta fuori. E per cosa? Con quali risultati tangibili?

Beh, ora c’è la buona notizia: la soluzione esiste ed è tua disposizione. Ho passato più di vent’anni a cercarla, testarla, perfezionarla. La risposta si chiama: Golfista Vincente, cioè il primo e unico Metodo di golf mental coaching in Italia che ti permette di gestire la mente al meglio e ottenere score straordinari in gara.

I TRE PASSAGGI DELLA GESTIONE MENTALE DA CAMPIONE

Ora ti descrivo cosa è passato, dal mio punto di vista, dentro la testa di Tiger affinché anche tu possa comprendere come gestiscono i propri pensieri i campioni nel golf e avere un chiaro riferimento di cosa fare la prossima volta che ti troverai in una situazione critica in gara.

Dimentichiamoci il +10 e partiamo dalla fine della buca 12, perché come ti dicevo prima una buca storta può capitare a tutti. La prima cosa che Tiger ha pensato è stata verosimilmente questa: “L’ho fatta grossa… è capitato anche a me, ci sta, adesso ciò che importa è quello che penso e faccio da qui in avanti. Voglio che mi ricordino per come ho superato un +10 e non per un +10”.

Puoi vedere nella frase sopra i tre passaggi cruciali della gestione mentale da campioni. Primo passo: consapevolezza dell’accaduto e capacità di accettarlo “ci sta”. Se non vieni a patti con quanto è successo e accetti che può accadere anche a te, ti porterai dietro il fardello di quell’evento e quel fardello lascerà il suo segno.

Per far questo devi semplicemente renderti conto e ricordare a te stesso, in quel momento, che è umano sbagliare, che anche Tiger ha sbagliato alla grande, che nulla è compromesso, che puoi ancora portare un contributo positivo per il quale sarai apprezzato e ricordato al di là dello score finale.

Puoi veramente e realmente impattare sulla vita di altre persone, anche solo che fossero i due compagni di gioco che sono con te in quel momento. Credi forse che sia roba di poco conto segnare positivamente la vita di un altro golfista e mostrargli come si può accettare un errore e continuare a giocare con gioia, pienezza, bel gioco e risultati? Io credo che sia parte dell’essenza del golf e dello sport in generale.

Secondo passaggio: capacità di autodeterminazione e consapevolezza di come si creano risultati. Un campione dentro di sé, sa che i risultati che si appresta a raggiungere dipendono principalmente dai pensieri e dall’atteggiamento che porta con sé in quel momento.

Sa che continuare a lagnarsi e a pensare all’errore della buca precedente gli porterà soltanto risultati disastrosi nel suo futuro prossimo. Il successo si costruisce uno swing alla volta come affermo nel mio libro in questo passaggio a pag.87:

“Il messaggio che vorrei ti arrivasse chiaro è che esprimere i tuoi score più bassi o abbassare il tuo score è un percorso che, da un lato, richiede tempo e, dall’altro, pratica disciplinata e la mia presenza al tuo fianco per un certo periodo. Puoi immaginarlo come un viaggio dove ogni swing che fai rappresenta un’opportunità a disposizione per avanzare verso il tuo obiettivo finale, che in realtà si potrà trasformare durante il cammino. Avrai una mappa a guidarti, punteggiata dalle tappe che ti condurranno in modo sicuro alla meta, uno swing alla volta”.

Terzo passaggio: strategia motivazionale. Tiger sa, forse inconsciamente, che per mettersi in azione, cioè per tradurre quello stato d’animo del passaggio precedente in uno swing efficace e duraturo serve una scintilla interiore che lo accenda letteralmente e che agisca da forza propulsiva. Questo passaggio è unico per ciascuno di noi.

Non è detto che Tiger abbia usato le parole che ho scelto io, semplicemente ne ha usate delle altre che esprimevano il suo sentire. Tuttavia, la direzione del suo pensiero era verso la scelta e identificazione di una motivazione profonda a far bene, che includeva non solo lui, ma anche altri esseri umani. Una specie di lascito.

Da qui in poi quello che è successo è che Tiger era nuovamente Tiger nel senso che la sua mente stava nuovamente giocando con lui, per lui e la sua sensazione interna era quella di apprestarsi a fare il suo prossimo swing straordinario.

E qui si apre un altro capitolo: come si produce uno swing straordinario? Per rispondere a questa domanda è necessario aggiungere un tassello ai passaggi precedenti e conoscere i processi di focalizzazione della mente e la metodologia per creare delle routine pre-colpo di successo.

Tutto questo fa parte del mio metodo Golfista Vincente che ho condensato in un libro. Se non l’hai ancora letto scoprilo qui: https://andreafalleri.com/libro/

Se invece lo conosci già e vuoi applicare quanto hai appreso nel libro per portare il tuo gioco mentale ad un altro livello e ottenere score straordinari in gara allora contattami qui: https://andreafalleri.com/contatti/

Grazie per la tua attenzione

Swing your mind!

Andrea Falleri

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